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COMUNICATO STAMPA STOP VIVISECTION 26/03/2015

Risposta di STOP VIVISECTION (Iniziativa dei Cittadini Europei)

alla Dichiarazione di appoggio alla Direttiva 2010/63/UE (1) promossa da 120 enti pubblici e privati europei favorevoli alla sperimentazione animale

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Il 3 Marzo 2015, Stop Vivisection ha inviato alla Commissione Europea 1.173.131 firme autenticate, raccolte nei 28 paesi dell'UE con l'obiettivo di superare una metodologia di ricerca biomedica non solo obsoleta ma pericolosa: la sperimentazione animale.

Qualche giorno dopo, 120 enti pubblici e privati coinvolti nella sperimentazione animale (Università, laboratori e centri di ricerca, allevatori di animali destinati alla vivisezione) hanno preso a bersaglio la nostra iniziativa con una Dichiarazione indirizzata alla Commissione e al Parlamento europeo.

Una serie di affermazioni arbitrarie a sostegno della sperimentazione animale: questo in sintesi il contenuto della Dichiarazione, alla quale noi, i promotori di Stop Vivisection, siamo felici di contro-ribattere punto per punto, potendo così dimostrare quale abisso separi i firmatari della Dichiarazione da una vera ricerca scientifica a favore della salute umana.

 

A - Affermazioni arbitrarie versus una scienza fondata sull'evidenza:

La Dichiarazione sopra citata è un concentrato di affermazioni altisonanti ma inconsistenti (ad esempio: "la ricerca sugli animali continua ad essere necessaria per sviluppare e migliorare i trattamenti per il bene dei pazienti"; "la ricerca animale è determinante per il progresso della salute umana [...] e per conservare all'Europa un ruolo trainante"...] del tutto sprovviste di valore scientifico. Nessuna spiegazione, nessun riferimento bibliografico, nessun approfondimento circostanziato vengono forniti a sostegno di quanto dichiarato. Una semplice svista? No di certo:

1) Priva di fondamento scientifico (e quindi impossibile da dimostrare) è l'affermazione che sperimentare sugli animali sia necessario per lo sviluppo di rimedi utili all'uomo. Innumerevoli studi scientifici dimostrano il contrario di quanto afferma la Dichiarazione. Un succinto ma significativo numero di tali studi, che analizzano da diverse angolazioni, caso per caso, la situazione della ricerca biomedica e tossicologica è consultabile sulla pagina web di Stop Vivisection: dall'analisi di Pandora Pound  Is animal research sufficiently evidence based to be a cornerstone of biomedical research? ** allo studio di Ray Greek e André Ménache Systematic Reviews of Animal Models: Methodology versus Epistemology, all'inchiesta di Adrian Stallwood's Science corrupted: the nightmare world of GM mice. ** 

 

Presentiamo argomentazioni, non affermazioni. Analisi approfondite, non dichiarazioni.

- 2) Privo di fondamento scientifico (e quindi impossibile da dimostrare) è l'assunto che i modelli animali siano predittivi per l'uomo. Le statistiche segnalano il contrario. A riprova del fatto che i modelli animali non sono predittivi per l'uomo, il 95%-96% dei farmaci che risultano efficaci nei test sugli animali, falliscono poi inesorabilmente nei trial clinici sugli esseri umani (Nota). In che modo gli autori della Dichiarazione possono spiegare questo incontestabile dato di fatto?

- 3)  Privo di fondamento scientifico (e quindi non sostenibile) è l'assunto che l'attuale paradigma di ricerca imperniato sulla sperimentazione animale abbia basi scientifiche. Nessuno dei test attualmente in uso è mai stata sottoposto a un formale processo di convalida scientifica analogo a quelli che vengono giustamente richiesti per i metodi sostitutivi. Per essere chiari: nessuno di loro è mai stato convalidato. E nessuna prova della loro utilità e/o efficacia è mai stata prodotta. In che modo gli autori della Dichiarazione potrebbero spiegare questo bizzarro dato di fatto, che di scientifico ha poco, anzi nulla?

- 4) Priva di riscontri scientifici, metodologici, finanziari ed economici (e quindi non sostenibile) è l'affermazione che sperimentare sugli animali sia necessario per garantire un ruolo di leadership all'Europa. Tutt'al contrario, proprio riconoscendo la necessità di superare la sperimentazione animale, gli Stati Uniti hanno avviato da tempo un radicale cambio paradigmatico nella ricerca biomedica e tossicologica. Per loro, finanziare in modo massiccio e coordinato lo sviluppo di nuovi metodi di ricerca quali l'high throughput testing, omics approaches, imaging technologies, organs-on-a-chip, human stem cells, mini-organs, integrated test strategies, primary cell culture models... è funzionale sia alla necessità di migliorare la salute dell'uomo e dell'ambiente sia al principio di sostenere il progresso economico della nazione. Ma questa colossale sfida scientifica, economica e finanziaria non sembra interessare gli autori della Dichiarazione, che non la citano neppure di passaggio nelle loro affermazioni. In che modo essi pensano di spiegare questa strana, innegabile, vistosa lacuna?

5) Privo di utilità per la salute umana è l'uso di "modelli animali" sia in campo tossicologico (per prevenire le malattie) sia nel campo della ricerca biomedica (al fine di curarle).  Nessuna specie animale è modello per un'altra specie. Nemmeno i ratti rappresentano un modello per i topi. E nella ricerca che fa uso di topi, la scelta mirata di un ceppo piuttosto  che un altro può condurre a risultati diametralmente opposti. Le statistiche degli ultimi decenni mostrano un'impennata nella prevalenza e nell'incidenza di gravi patologie (diabete di tipo 2, Alzheimer, cancro del seno e della prostata, autismo, anomalie neurocerebrali...) che corrispondono all'aumento delle sostanze chimiche presenti nella nostra dieta e nell'ambiente. Ma la ricerca biomedica e tossicologica fondata sui modelli animali è impotente ad arrestare o invertire questi trend, malgrado colossali investimenti. Sono in grado, gli autori della Dichiarazione, di spiegare questo fallimento, che ogni anno nella sola Unione Europea  comporta un numero incalcolabile di nuovi malati e di morti premature?

B -  Le 3R versus una solida strategia etico-scientifica

- 1) Infondata e priva di riscontri è l'affermazione che il principio delle 3R (Replace/Sostituisci, Reduce/Riduci, Refine/Migliora) sia uno strumento utile per affrontare i problemi etici sollevati dalla sperimentazione animale. Appellarsi alle 3R per migliorare il benessere animale e rendere la sperimentazione animale più accettabile all'opinione pubblica si è rivelata una strategia fallimentare, incapace di produrre i risultati annunciati. Da quando sono stati formulati cinquantasei anni fa, i principi etici delle 3R non sono riusciti a ridurre il numero degli animali utilizzati né a fare della sperimentazione animale una pratica eticamente più rispettabile e scientificamente più fondata. E' caso mai vero il contrario:  in alcune aree, infatti, si registra un inarrestabile aumento nell'uso di animali, destinato a raggiungere proporzioni astronomiche con lo sviluppo incontrollato degli animali geneticamente modificati. Le 3R non hanno altresì impedito che il muro di segretezza al cui riparo si muovono gli sperimentatori diventasse, con la nuova direttiva 2010/63/UE, ancora più impenetrabile. In che modo i sottoscrittori della Dichiarazione potrebbero spiegare, alla luce delle 3R, questi due inaccettabili dati di fatto?

- 2) Infondata e priva di riscontri è l'affermazione che i metodi di ricerca utilizzati nei paesi dell'Unione europea soddisfino alti standard di benessere animale, e che la Direttiva europea 2010/63/UE sia uno strumento chiave per raggiungere questi standard. Proprio la Direttiva non può evitare di citare in numerosi passaggi chiave che agli animali vengono inflitti "gravi livelli di dolore, sofferenza, angoscia o danno prolungato equivalente".

Insieme con gli articoli della legge, l'Allegato VIII è quanto mai esplicito nel descrivere procedure che comportano livelli estremi di sofferenza. La legge consente:  * il riutilizzo di animali che hanno già subito una procedura con intenso dolore, angoscia o sofferenza;  * prove di tossicità in cui la morte è il punto finale o si prevedono decessi accidentali e sono indotti stati patofisiologici gravi;  * riproduzione di animali con alterazioni genetiche che si prevede causino deterioramento grave e persistente delle condizioni generali;  * uso di gabbie metaboliche con limitazione grave del movimento per un lungo periodo; * scosse elettriche inevitabili per indurre impotenza acquisita; * stress da immobilizzazione per indurre ulcere gastriche o insufficienze cardiache; * nuoto forzato o altri esercizi il cui punto finale è l'esaurimento, ecc.

 

L'iniziativa popolare europea Stop Vivisection ha l'appoggio di  1.173.131 cittadini e 236 associazioni per la protezione e il benessere degli animali e contro la vivisezione. Essi chiedono, insieme a noi, che le Istituzioni dell'Unione europea prendano sul serio il compito di affrontare la grande minaccia che un metodo di ricerca obsoleto e irrazionale fa gravare sulla nostra società sia in termini scientifici sia in termini etici.

 

C – Conclusione

I 120 firmatari della Dichiarazione, aggirando ogni dibattito, chiedono al Parlamento europeo e alla Commissione di ribadire il proprio attaccamento a una Direttiva anacronistica, in contrasto con i più recenti sviluppi scientifici, e che volutamente ignora che ogni specie è modello solo di sé stessa.

Noi facciamo il contrario: ci appelliamo al Parlamento europeo e alla Commissione affinché discutano senza pregiudizi, sulla base di solidi criteri scientifici, tutto quanto riguarda la sperimentazione animale e la salute umana (cfr anche la nostra recente lettera inviata ai membri del Parlamento europeo, dotata di una vastissima bibliografia).

 

"Più grande sarà la sfida, più grande saranno lo sforzo, l'impegno e la volontà di non lasciare alcuna strada intentata"

  

   Il Comitato Promotore dell'Iniziativa dei Cittadini Europei "STOP VIVISECTION"

 

 

Per la stampa:

Fabrizia Pratesi: 335.8444949

Vanna Brocca: 335 8214023

 

(1)

Dichiarazione di sostegno alla direttiva europea 2010/63 / UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici

 

Il Parlamento europeo e la Commissione devono contrastare l'iniziativa dei Cittadini “STOP VIVISECTION” che sta cercando di abrogare la direttiva e di vietare la ricerca sugli animali. La direttiva è essenziale per garantire che le ricerche necessarie sugli animali possano continuare, pur imponendo miglioramenti negli standard di benessere degli animali.

Riassunto: L'uso di animali nella ricerca ha favorito importanti scoperte nel campo della medicina, che hanno trasformato la salute umana e animale. Sosteniamo la ricerca su animali là dove i metodi alternativi non sono disponibili, là dove i potenziali benefici per la salute sono impellenti, e dove degli standard etici e di benessere accettabili possono essere soddisfatti.La direttiva ha migliorato gli standard di benessere degli animali e ha introdotto i concetti di raffinamento, sostituzione e riduzione ('3R') in tutta l'UE, garantendo al tempo stesso all'Europa il suo ruolo di leader mondiale nella ricerca biomedica. L’Iniziativa dei Cittadini Europei “STOP VIVISECTION” deve essere respinta dal Parlamento europeo e dalla Commissione. L’abrogazione della direttiva rappresenterebbe un notevole passo indietro, sia per il benessere degli animali nell'Unione europea, sia per il ruolo guida dell'Europa nel progresso della salute umana e animale.

La ricerca su animali ha permesso importanti progressi nella comprensione della biologia e ha contribuito allo sviluppo di quasi ogni tipo di cura attualmente usata nella pratica medica e veterinaria. La ricerca sugli animali continua a essere necessaria per comprendere la salute e la malattia sia negli uomini, sia negli animali, e per sviluppare e migliorare le cure, con beneficio dei pazienti del mondo intero.Secondo la direttiva, gli animali possono essere utilizzati nella ricerca qualora i potenziali benefici medici, veterinari e scientifici siano impellenti e non vi siano validi metodi alternativi praticabili. L'uso degli animali per testare prodotti cosmetici è stato vietato in tutta l'UE nel 2009 e l'importazione e la vendita di cosmetici testati su animali al di fuori dell'UE è stato completamente bandito nel 2013.

Perché la ricerca che usa animali possa essere rigorosa sia dal punto di vista etico che da quello scientifico, essa deve soddisfare elevati standard di benessere, e l'attuazione della direttiva è fondamentale per il raggiungimento di tali standard in modo coerente in tutta l'UE. Elaborata con una consultazione di associazioni animaliste, di scienziati e di tecnologi degli animali, la direttiva incorpora in modo importante nella legislazione europea l'obbligo di considerare le “3R” quando vengono usati animali nella ricerca.

Le 3R sono:

• Replacement (sostituzione): metodi che evitano o sostituiscono l'uso di animali;

• Reduction (riduzione): metodi che riducono il numero di animali usati per ogni esperimento;

• Refinement (raffinamento): metodi che riducono al minimo le sofferenze e migliorano il benessere degli animali.

Lo sviluppo di metodi alternativi all'uso degli animali nella ricerca, come l'uso di modelli con cellule umane, o di modelli computerizzati, continuano a progredire, e il settore delle bioscienze deve continuare a far progredire questa ricerca. Tuttavia, i metodi alternativi non sono in grado al momento di sostituire completamente l'uso degli animali. Per molte malattie, tra cui quelle dalle condizioni complesse come il cancro, le malattie cardiache e il diabete, che interessano più organi, dobbiamo capire come tutto l'organismo interagisce. Il che significa che la ricerca con animali interi continua ad essere essenziale.

Chiediamo al Parlamento europeo e alla Commissione di riaffermare il loro impegno per la direttiva. Ogni passo indietro da una tale posizione comporterebbe una minaccia per il benessere animale e comprometterebbe la ricerca di alta qualità che utilizza animali. Tale ricerca è fondamentale per promuovere la salute umana e animale nell'Unione europea e nel mondo, e per mantenere il ruolo guida dell'Europa in tale impegno.

Firmato da 120 enti pubblici e privati che sono favorevoli alla sperimentazione animale